destionegiorno
Nicolò Luccardi nasce il20/01/1949 a Mortegliano (Udine) ma vive da sempre a Napoli. Da pochi anni scrive poesie sentimentali e introspettive firmandosi con il nome di LUCCARDIN. Il suo tema preferito è l’Amore, un Amore malinconico e sfuggente, forse idealizzato ma che sicuramente fa sognare. ... (continua)
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luccardi nicolò
Le sue 1524 poesie in Festivita
Non ricordo il volto del tramonto
il suo silenzio eterno
qui dove il mare è un’isola tra le stelle
la nostalgia è un riverbero di fuoco
nei tramonti che bussano forte nel petto
l’amore è una primavera
di solo poesia
nel cuore il tuo nome
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Passa il giorno e anche il tramonto
poi la notte solfeggia tra i sogni
con ombre di chiare stelle .
Gli occhi nel rosso del vino
sono silenzio di tante malinconie
come è vecchio il giorno che piega il domani
e tu che tendi la mano a un giorno
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Vive la solitudine nel soffio del vento
le parole d’amore nei cuori stranieri .
Sulla piazza le voci del mare
e lei che mi guarda
solitudine sei più vicina di chi non c’è più.
Dicono che tutto ritorna
nel sogno che dorme
dove cadono le
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Qui al fuoco di un camino
un sorriso freddo è nel cuore
nel mio sguardo lingue di fuoco
e una città che non c’è più.
Tu in quale tempo ritornerai
questa vita non ha casa
è una bugia piena di sogni e frasi d’amore .
Tu non puoi parlare io
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Quando trovai l’orma impressa del silenzio
vidi tra i cirri e oltre il vento
la più segreta parte della vita
e invano attesi la morte
in quel muto silenzio che di lei s’imputridisce l’aria.
Nel gesto lusingato m’insinuai tra il velo e il volto
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L’amore torna a sognare
il tempo vissuto
sulle onde lontane del silenzio .
Nel cuore non ci sono parole
solo l’eco di un amore
quanto tempo per scrivere
davanti a questo immenso mare
il verso infinito di una poesia .
Nel grande vuoto di
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E il cielo velato oscurò lo sguardo
verso l’infinito azzurro
così chinai il capo
e vidi che la terra di primavera si vestiva
e nel tuo angelico volto
il fiorir di altri cieli in più umili respiri .
E dell’amor chi può essere attore
se sulla
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L’uomo è diventato il nemico di se stesso .
Il re ha la sua corona non porta scettro né trono
ostenta la sua sicurezza davanti alla morte .
Chi bussa alla porta bussi altrove c’è silenzio nel cuore .
I grandi viaggi franano dov’è marte la luna
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Sogno la vita quando la morte avvince gli anni
e ancor non sazia d’aver falciato l’età acerba e giovanile ritornò quando il raccolto è nell’età che sfugge.
É nel morire di un’anima che non ha domani
il respirar di un cielo che lusinga in luce
il
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Non c’era niente tra i lastroni di cemento
eppure nel segmento di confine
un filo d’erba
come un respiro di primavera
prendeva vita.
Ci sono onde di nuvole senza cielo
ombre di silenzio nelle parole mute
giornate di cammino nei sentieri
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QUESTO STRANO MODO DI ESSERE
Non conosco il domani né il suo pensiero
o un’eterna gioventù di seconda mano
sono il tempo di me stesso
il respiro costante dell’attesa
nel ritornare dove
l’infanzia mi diede un natio sorriso
nel suo essere
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Chi m’inquieta l’anima
e fa delle mie ore un ruscello di fonte.
Nel mio sguardo il vento
s’infrange tra le onde del mare .
Cosa cerco nel respiro eterno del cielo
la trasparenza dei miei passi .
Sentire la solitudine nel suo parlare
tra le
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Chi non ha mai visto un albero
non conosce la vita
la sua anima è nel dare in silenzio
di ascoltare il bisogno
il divenire casa e ombra per il viandante
per il passero
per ogni anima che cerca ristoro.
Basta dargli una carezza
abbracciarlo
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E respirai il profumo della vita
quando dell’amor raccolsi
nel mietere del grano il primo bacio .
Colline senesi salivo a voi
su imbiancati sentieri di polvere e sassi
immersi nelle nebbie e cinti dai cipressi
finché non trovai la solitudine
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Là dove i passi ritornano
e il verde germoglia sulle rovine
rivedo la semplicità della natura
le sue regole e le mie ombre di malinconia .
Nel precario cielo di stelle
passeggia il mio sguardo tra altari e rose
mentre il tempo vive nei suoi
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